Una Vita da Pigro
Quando mi presento spesso mi definisco un Pigro. Considero questa come una delle mie più grandi virtù, ma me la sono dovuta sudare. Per questo motivo desidero dedicare la storia di questa settimana, la mia prima Storia, al tortuoso percorso che mi ha portato a essere quello che sono: un pigro cronico, uno che se ne vanta anche.
Il mondo ama gli stakanovisti. Siamo circondati di persone che entrano presto ed escono tardi dagli uffici. Anche quando andiamo in vacanza tutto deve essere organizzato al minuto, per darci l’impressione che non stiamo perdendo tempo. Solo a pensarci mi si agitano le dita, e mi viene da scrivere più velocemente.
Ma aspetta, prendo fiato. Riprendo con calma.
Chi me lo fa fare? Io da sempre sono un pigro. Uno che non ha paura a stare orizzontale sul divano, accompagnato da un morbido senso di noia, ad ascoltare il suono del mio cervello che gira. A leggere un libro. A guardare un film. A lasciare che il tempo scorra senza che io faccia qualcosa per aiutarlo.
Ma in un mondo che corre, come sopravvive uno che si ferma a guardare il paesaggio?
Bill Gates diceva Sceglierò sempre un Pigro per fare un lavoro difficile, perché lui troverà il modo più facile per farlo e alla fine il senso è tutto qui. Se sei un pigro devi essere un pigro intelligente. Perché se sei un idiota non combinerai mai niente.
Devi saper ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Per raggiungere i suoi obiettivi il pigro non vuole fare fatica, e quindi deve trovare lo stratagemma vincente. Perché essere pigri è una strada in salita, ma per fortuna che ci sono le automobili a fare fatica per noi.
E io la fatica non ho mai amato farla. Forse proprio per questo mi sono appassionato molto presto a temi che riguardavano la produttività, ma anche solo il pensiero laterale, e il problem solving non ordinario. Mi ha sempre affascinato l’idea che esista un modo per raggiungere grandi risultati facendo poca fatica. Un esempio concreto lo sto vivendo proprio in questo istante: l’attività della scrittura di per sé è faticosa, ma la considero anche piacevole. Ed è proprio per questo motivo che, nel corso del tempo, ho valorizzato tutto ciò che la rendeva un piacere, ed escluso tutto quello che poteva renderla nuovamente faticosa. In un certo modo, è proprio per questo motivo che ho deciso di scrivere solo per me, e non anche per gli altri: se lo faccio per altre persone è lavoro, non più piacere.
L’attività, certo, è la stessa, ma uno deve essere in grado di ingannare se stesso nel modo che funziona meglio per lui!
Per lo stesso motivo, quando faccio una cosa deve essere fatta nel miglior modo possibile fin da subito. Ci sono quelli che continuano a mettere pezze su problemi che il giorno successivo torneranno esattamente nello stesso modo. Io non sono mai riuscito a essere così, e forse è uno dei motivi per cui non riesco a lavorare come dipendente: tutta quella mentalità in cui non si possono affrontare i problemi che si riscontrano perché Il tuo capo ha altre priorità semplicemente non mi va giù. Invece, come consulente di problem solving posso inchiodare molto velocemente le persone alle proprie responsabilità e all’azione!
Poca spesa, massima resa si dice dalle mie parti.
Perché alla fine, e questo è il messaggio che voglio mandarti: la pigrizia, così come qualunque altro tratto caratteriale non è per forza un vizio, ma qualcosa che si può scegliere se subire, oppure valorizzare. Anche se nella società contemporanea non è facile. Perché come diceva Wilde, il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!