Il centesimo post sul mio blog sembra dover, necessariamente, affrontare un tema che fino ad oggi ho solo praticato: quello della brevità. Perché con queste pillole il mio obiettivo è dare una piccola scossa alla mente. Lanciare un minimo spunto di discussione. Incuriosire. Intrattenere. In meno di 30 secondi, giusto il tempo di fare una prima impressione.
Come si misura il valore di una persona?
Una domanda difficile, che ha risposte diverse in diversi contesti e sistemi valoriali diversi. Ci si può basare su come si veste, su come comunica o su quanto guadagna a fine anno. Su come tratta i propri figli, o i cani degli altri.
Per me il valore di una persona si misura in tempo di crisi. Si misura in come una persona reagisce quando tutto va male.
E poi ci sono quei momenti in cui vorresti solamente rifugiarti nel tuo angolo di tranquillità, e lasciar passare la giornata.
E se sei fortunato, puoi anche permetterti di farlo.
Quando mi guardo in giro vedo molte persone che applicano tecniche. Tecniche per vendere meglio. Strumenti per creare una lead generation efficace. I dieci comportamenti che i grandi leader mettono in pratica prima delle 7.00.
Personalmente sono più interessato al metodo. A quell’insieme di idee, ragionamenti, filosofie e comportamenti che influenzano globalmente il modo in cui ti comporti in una determinata circostanza. Perché alla fine della giornata, la tecnica è pur sempre solo una tecnica.
Tutti hanno diritto a essere un po’ ossessivi, perfezionisti. Non su tutti gli aspetti della propria vita. In quel caso si tratta di patologia, e consiglio seriamente una visita dallo psicologo. Ma sulle piccole cose che danno gioia, su quegli aspetti del proprio lavoro, ma anche della vita, che meritano sempre un tocco in più per essere completati. Perché, in fin dei conti, il piacere è nel viaggio, più che nella destinazione.
Ogni atto comunicativo, per definizione, può avere un obiettivo. Questo può, essere, ad esempio (ma non necessariamente) un messaggio da trasmettere a una persona in particolare. Può essere anche lo scatenare un’emozione. O scoprire qualcosa di più. La comunicazione, in questo senso, è la chiave, ma è fondamentale essere sempre consapevoli dell’obiettivo che si vuole raggiungere.
Sono una di quelle persone che quando messa sotto stress, o in una situazione di pericolo, reagisce lottando. Divento più lucido, più produttivo. Più efficace.
Ciò non significa che non sappia apprezzare un po’ di sana tranquillità, persino di noia.
Ti sei mai chiesto qual è la prima impressione che gli altri hanno di te? Forse no, o magari ti sei incidentalmente preoccupato di fare una buona prima impressione, magari a un colloquio di lavoro. Ma la verità è che quando inizi a gestire la comunicazione, la prima impressione inizia ad avere un ruolo fondamentale. Insomma, dall’oggi al domani ti accorgi che c’è tanto da fare, e non hai idea di come avevi fatto fino al giorno prima.
Voglio dire, non è che puoi smettere di camminare, una volta che hai imparato.
Ogni cosa ha un brand. Non solo le aziende. Anche gli oggetti. Anche le persone. Ok, lavoro nell’ambito del branding, quindi è facile per me, direte voi, che io veda brand dappertutto.
Brand, cioè la promessa tra gli altri e l’oggetto del brand. Cioè coerenza tra comunicazione e azione. Cioè prima impressione.
Diciamoci la verità, tutto e tutti hanno un proprio brand. Molti, però, non lo sanno. Perché magari se lo sapessero si vergognerebbero del loro brand, giusto un pochino.
Vedo tanti Esperti in giro. Tanti guru.
Spesso mi trovo in soggezione di fronte a un mondo in cui tutti sono esperti di qualcosa. Tranne me, perché Non mi piace pensare di essere esperto. Mi fa pensare troppo all’idea di essere, in qualche modo arrivato, mentre io sono e probabilmente sarò sempre in viaggio.
Ecco perché quando ne vedo, dentro di me rido, perché in fin dei conti quella è solo una parola vuota, che su di me non ha alcuna presa.