I Social sono pieni di idioti
Questo è un post che non ti piacerà, perché contiene tante brutte verità. Che come dico spesso, sono solo punti di vista, e per questo motivo, dopo averlo letto, potrai pensare che si tratta solo di mie opinioni, e continuerai ad andare avanti nella tua vita come se nulla fosse.
E la mia opinione riguarda il mondo dei Social Network, e potrebbe essere riassunta in questo modo: sono una gran bella cosa, ma la gente non li sa usare, e quindi arrivano a perdere il loro significato. Naturalmente, non sto parlando di te nello specifico, ma di tutti gli altri, puoi stare tranquillo.
Le persone di cui parlo, quando si siedono dietro a un computer e iniziano a scrivere, perdono molte inibizioni. Fanno e dicono cose senza rendersi conto di ciò che stanno facendo. Delle conseguenze delle loro azioni.
Mi considero un grande appassionato di tecnologia. Mi accendo quando sento parlare di alcune delle ultime novità del mondo dell’Innovazione, e ne immagino le potenzialità quando diventeranno diffuse. Ma in un certo senso, proprio perché ne sono così appassionato ne vedo anche i limiti. Perché queste tecnologie, nella maggior parte dei casi, rischiano di essere alienanti, allontanando l’essere umano da quella che è la sua vita.
Un esempio molto semplice lo vivo nella mia esperienza da futuro papà. Oggi come oggi, il genitore medio al momento del parto è più concentrato sull’immortalare il momento in una fotografia, che nello stare vicino al partner, che oltre a soffrire di dolori non indifferenti, ha bisogno del suo supporto, sia fisico che emotivo. Ecco, catturare un momento in una foto può sembrare un fatto innocuo, di pochi istanti, ma ci porta via da un contesto emotivamente carico, quello del parto, per congelarlo attraverso il freddo filtro di un cellulare.
Insomma, per avere un ricordo fotografico, perdo l’opportunità di creare un vero ricordo.
Poi il figlio arriva (la figlia, nel mio caso), e i Social si riempiono di foto della bimba, il cui diritto di viene ceduto alle piattaforme in cambio di una manciata di Likes che servono solo ad alimentare la vanità dei genitori.
E come accade a tutti, anche quella bella bambina cresce, va a scuola, diventa adolescente. E visto che una privacy non l’ha mai avuta, dove sta il problema se condivide i suoi momenti intimi su Instagram? Ma magari è un filo più abbondante del normale, o troppo alta, o troppo bassa, o troppo perfetta. Ed ecco che arrivano gli hater, che la insultano, e la bullizzano. Hater che sono come lei, insultati e bullizzati a loro volta.
E lei magari conosce quel ragazzo che le dice di non preoccuparsi, che la fa stare serena. Magari ci va anche a letto, e perché no, gli manda anche qualche nudo artistico via Telegram, perché a tutti piace piacere, e non c’è motivo per negare al proprio morosetto un ricordo di una bella vista. Ma lui, che a sua volta non si rende conto di quanto questo gesto sia importante manda le foto a tutti i suoi amici.
Perché i Social sono pieni di idioti, e noi abbiamo una scelta abbastanza semplice. Possiamo essere idioti anche noi. Possiamo essere quelli che condividono le foto dei figli. Che insultano gli altri, protetti da un nickname. Che fanno girare le foto dei capezzoli di una ragazzina.
Oppure possiamo scegliere di essere responsabili. Ma a che pro? Essere idioti è più divertente, dopo tutto. Non è a questo che servono i Social?
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