Ruba come se non ci fosse un domani

Lo spunto di questo post viene dal libro Steal like an Artist, di Austin Kleon, e riguarda la creatività. Odio essere così franco, ma devo rivelarvi un segreto. Non esiste l’originalità assoluta. La creatività non è altro che il collegare gli stessi puntini in contesti diversi, o puntini di altri contesti in quello vecchio, o magari entrambe le cose insieme.

Non ci credete? Provate a pensare a un colore che non esiste.

Ambiversi

Quando sono nato, ero un introverso. Lo sono stato per buona parte della mia vita. In definitiva, penso di esserlo ancora. Sono una di quelle persone, che sta bene da sola, e non ha paura a dialogare con il proprio cervello. Dall’altra parte, però, essere introversi e avere un focus professionale sulla comunicazione sono concetti che non stanno bene nella stessa frase. Quando ti accorgi di piacere alle persone al primo impatto non vuol forse dire che, in definitiva, sei un estroverso?

Ecco, è più o meno così che ho scoperto di essere esattamente a metà strada, e che in definitiva mi piace così.

Giudicare

Dare un giudizio su qualcosa è troppo facile. Il nostro cervello è programmato a farlo. Entro pochi secondi da quando ci troviamo in una situazione, sia il conoscere una persona nuova o decidere di acquistare un prodotto, il nostro cervello decide se quella persona ci piacerà. O se acquisteremo quel prodotto.

Possiamo sospendere il giudizio, se ci impegniamo, ma non avremo mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.

Perché

C’è un’illusione molto confortante in cui vive la nostra società oggi. Quella del perché. La regola di quest’illusione è molto semplice: quando non si capisce qualcosa si chiede il perché di quella cosa. Un po’ come fanno i bambini. E poi lo chiedono ancora. E ancora.

Eppure conoscere la causa che ha generato un fenomeno non necessariamente ci aiuta a comprenderlo. Ci avevate mai pensato?

Birra

Se dovessi descrivermi, direi che sono un tipo da birra, non da vino. Estimatori di birra di tutto il mondo, credo sappiate a cosa mi riferisco. Non riguarda (necessariamente) il prezzo, tipicamente più basso, o la frizzantezza. Ma nemmeno il profumo o il sapore. Nemmeno il colore, o la sensazione tattile che dà in bocca. E forse nemmeno tutte queste cose insieme.

Più che altro, mi ci trovo più a mio agio, ed è una cosa che non so spiegare, ma forse voi lo capite.

Il mestiere più antico del mondo

Non tutti lo sanno, ma il mestiere più antico del mondo è quello del Consulente. Pensavate alla prostituzione? Pensateci ancora. Entrambi vendono il proprio corpo e le proprie competenze all’ora. Per entrambi, l’obiettivo è quello di accontentare le richieste del cliente, per quanto strane e irragionevoli possano essere.

L’unica differenza è che la prostituta si limita alle richieste sessuali.

E poi ci sono quelli che si fanno pagare per il valore che creano realmente, non per il loro tempo, ma sono fuori di testa.

Vendere Fuffa

La fuffa, si sa, sono i nuovi diamanti. Una merce ben più abbondante di quanto non si sia disposti ad ammettere, ma il valore di mercato resta comunque incredibilmente alto.

Immagino sia per questo motivo che si vedono così tanti venditori di fuffa in giro. E non solo tra i Consulenti, che sono tra i principali fuffologi del mercato italiano, ma anche dentro le aziende, nascosti tra capi e dipendenti, negli angoli ciechi della burocrazia.

Non ci si aspetta una diminuzione del valore di mercato, nel prossimo periodo.

Il Regno di Terrore

Esistono manager che svolgono il proprio lavoro attraverso la paura. Tipicamente sono identificati con il manager Tiranno, ma non si tratta dell’unico tipo. La paura è un’emozione potente e sottile. Anche il manager Incompetente governa con la paura, perché fa richieste irragionevoli. Sposta le deadlines. Non fa percepire alcun tipo di sicurezza. La paura è un elemento potente, che però da solo due tipi di risposte. Combattere o fuggire. Se ci si aspetta altro, da un dipendente impaurito, si rimarrà delusi.

I Millennials sono diversi

Per ogni articolo che leggo sul fatto che noi Millennials siamo diversi dalle precedenti generazioni, ne leggo un altro che mette in evidenza come, in fin dei conti, abbiamo gli stessi problemi e ci comportiamo nello stesso modo.

Entrambe verità, entrambe vere. Ci comportiamo nello stesso modo perché siamo costretti. Dalla precarietà del lavoro, dall’incertezza sul nostro futuro. Che oggi è diversa da quella delle precedenti generazioni. Quindi, in fin dei corsi siamo diversi, anche solo per il fatto che siamo figli di quest’epoca.

Overpromising / Underdelivering

No, se ve lo state chiedendo, il titolo non è sbagliato.

Ok, ok, siamo tutti d’accordo. Non si dovrebbe fare. Si dovrebbe sempre promettere poco, e mantenere di più, giusto? Insomma, è uno dei principi cardine del branding. Se prometti poco e mantieni tanto, i clienti saranno contenti e soddisfatti. Si fideranno di te. Sapranno che possono aspettarsi di più.

Ok, ma quanti lo fanno davvero?

Parlo di advertising, quando prodotti presentati come eccezionali sono in realtà nulla di che (in qualche modo a questo siamo assuefatti, e infatti i canali di advertising tradizionali stanno diventando sempre meno importanti). Ma lo si vede tutti i giorni anche nel B2B. Deliveries che arrivano incomplete o tardano. Accordi su obiettivi irraggiungibili.

Siamo sinceri, si vede molto più spesso fare overpromising e underdelivering.