Di progetti strambi e altre amenità
Sono una persona piuttosto umorale e incostante, e sono sinceramente convinto che questa sia una fortuna.
Intendo dire che la maggior parte del tempo cerco la gratificazione immediata. E poi, che la ottenga o meno, tendo ad annoiarmi molto in fretta. Questo è uno dei limiti delle persone curiose e creative, penso. Perché una cosa superi la prima soglia della noia deve essere realmente interessante, o figa. E devo trovare il modo di incastrarla nella mia quotidianità in modo che funzioni. Non è scontato.
Penso sia uno dei motivi principali per cui ho abbandonato la scrittura, diverse volte, salvo poi tornarci come da un’amante che semplicemente non si riesce a lasciar andare. Sono molti anni che ho amato scrivere, ma solo relativamente di recente sono riuscito a renderla una pratica più o meno quotidiana.
Credo sia più o meno la stessa fine che ha fatto il mio canale Telegram. Mi ci sono messo, l’ho usato con entusiasmo per qualche settimana, e ora è lì, in stato vegetativo, in attesa che qualcuno gli stacchi definitivamente la spina, oppure lo rianimi.
Questo è un copione relativamente frequente nella mia vita. Pur non essendo uno sportivo, ad esempio, ho praticato davvero tanti sport individuali, dalla scherma, alla vela, all’arrampicata sportiva, ma solo quando mi sono avvicinato alle arti marziali ho capito che avevo trovato il mio sport. Qual è la differenza tra questo e gli altri? Sinceramente non ne sono sicuro.
C’è, però, un‘eccezione importante a questo copione: ci sono dei progetti che un giorno si svegliano nella mia testa, e lascio lì, in alcuni casi magari per anni, a decantare. Lo sto facendo con la scrittura, ad esempio. La verità è che questo stile tra il professionale e l’autobiografico non mi appartiene, mentre da sempre sogno la narrativa. E se nel corso degli anni ho fatto alcuni tentativi di iniziare una storia, che si sono rivelati fallimentari, il desiderio dentro di me rimane, ed è sempre forte. E credo anche di aver trovato un modo per metterlo in pratica nel prossimo futuro.
Sullo stesso filo conduttore c’è l’allevamento di Alpaca. Perché un allenamento di Alpaca, ci si può chiedere? Beh, basta guardarlo, e si capisce subito: gli Alpaca sono animali bellissimi, e io, sinceramente, pagherei per abbracciarne uno. Un business milionario.
Poi però ci sono alcuni progetti che sono così fuori di testa da lasciare scettico anche me. Eppure ci lavoro, vuoi perché dopo oltre un anno di Storie di Ordinario Insuccesso l’ipotesi di un fallimento non mi sembra così terribile, vuoi perché rientrano in quella logica di idee che per alcuni anni hanno macinato nell’anticamera della mia mente, aspettando solo il momento giusto di essere partoriti. Per la cronaca, il progetto in questione ha a che fare con il mondo dei Sex Toys, e per me è una figata pazzesca, oltre che essere una fonte di divertimento assicurata. E pare che lì fuori ci siano persone pazze come me che hanno deciso di seguirmi in quest’avventura.
Insomma, abbiate pazienza con me. Sono una persona incostante, ma poi ci sono quelle cose, poche, che mi si appiccicano addosso, e scelgono di restare.
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